Le Banche dei Cereali del Guéra
Nel Guéra le Banche dei Cereali sono il risultato di molti anni di esperienza maturata da alcuni attori
locali legati alla Chiesa Cattolica di Mongo, in particolare a P. Franco
Martellozzo, che ha coinvolto nella sua rete di lavoro alcune associazioni
della regione (Alsader, Sila, Amtine, Moustagbal) e alcuni gruppi parrocchiali.
Lo scopo: costruire strumenti concreti e a misura dei villaggi per far fronte alle frequenti carestie, strumenti che potessero costituire valide alternative agli aiuti umanitari, la cui discontinuità e inefficienza si è riscontrato con sistematicità ricadere negativamente sulle spalle delle comunità presunte beneficiarie.
Gli sforzi di P Franco e dei suoi partner, concretizzatisi nel tempo con il sostegno di ONG e di donatori privati, sono stati orientati alla ricerca di un modo accettato dalla popolazione, e quindi concretamente funzionante:
- di impegnarsi nella coltivazione e produzione agricola;
- di farlo contemporaneamente a vantaggio proprio, della propria famiglia e del proprio villaggio;
- di non vivere aspettando aiuti e donazioni ma piuttosto accettando prestiti per avviare l’attività, impegnandosi a rimborsarli con il frutto del proprio lavoro.
La BdC è quindi un modo di erogare prestiti, quasi esclusivamente in natura, che innesta e sviluppa:
1) la cultura del lavoro;
2) la cultura dell’autosufficienza;
3) la cultura dell’impegno contrattuale;
4) la cultura della solidarietà;
5) la cultura dell’evoluzione sociale: in sintesi, la volontà di passare da un livello di sopravvivenza incerta e costantemente a rischio, verso una sicurezza di vita e un miglioramento della sua qualità, strettamente legati allo sviluppo dei quattro punti precedenti.
E' in questo spirito che sono nate le prime BdC ed è nello stesso spirito che si sono sviluppate nel tempo.
Lo scopo: costruire strumenti concreti e a misura dei villaggi per far fronte alle frequenti carestie, strumenti che potessero costituire valide alternative agli aiuti umanitari, la cui discontinuità e inefficienza si è riscontrato con sistematicità ricadere negativamente sulle spalle delle comunità presunte beneficiarie.
Gli sforzi di P Franco e dei suoi partner, concretizzatisi nel tempo con il sostegno di ONG e di donatori privati, sono stati orientati alla ricerca di un modo accettato dalla popolazione, e quindi concretamente funzionante:
- di impegnarsi nella coltivazione e produzione agricola;
- di farlo contemporaneamente a vantaggio proprio, della propria famiglia e del proprio villaggio;
- di non vivere aspettando aiuti e donazioni ma piuttosto accettando prestiti per avviare l’attività, impegnandosi a rimborsarli con il frutto del proprio lavoro.
La BdC è quindi un modo di erogare prestiti, quasi esclusivamente in natura, che innesta e sviluppa:
1) la cultura del lavoro;
2) la cultura dell’autosufficienza;
3) la cultura dell’impegno contrattuale;
4) la cultura della solidarietà;
5) la cultura dell’evoluzione sociale: in sintesi, la volontà di passare da un livello di sopravvivenza incerta e costantemente a rischio, verso una sicurezza di vita e un miglioramento della sua qualità, strettamente legati allo sviluppo dei quattro punti precedenti.
E' in questo spirito che sono nate le prime BdC ed è nello stesso spirito che si sono sviluppate nel tempo.